
Lisistrata, donna ateniese, convoca numerose donne di Atene e altre città, tra cui la spartana Lampitò, per discutere un importante problema. A causa della guerra del Peloponneso, infatti, gli uomini delle poleis greche sono perennemente impegnati nell'esercito e non hanno più il tempo di stare con le loro famiglie. Lisistrata propone allora alle altre donne di fare uno sciopero del sesso: finché gli uomini non firmeranno la pace, esse si rifiuteranno di avere rapporti sessuali con loro. Dopo un momento di sbigottimento e di rifiuto, le donne si dicono favorevoli al piano e fanno un giuramento.
A quel punto, le donne occupano l'acropoli ateniese, allo scopo di privare gli uomini dei mezzi finanziari per proseguire la guerra.
Gli uomini mandano allora un commissario per trattare con le donne, ma Lisistrata ne smaschera l'ignoranza e la poca comprensione delle vicende che stanno accadendo. Peraltro, le donne hanno molta difficoltà a mantenere il patto e inventano varie scuse per tornare a casa dai mariti; Lisistrata deve penare non poco per impedir loro di lasciare l'acropoli. Concede solo a Mirrina la possibilità di incontrare il marito Cinesia, ma lo scopo è solo quello di stimolare le voglie dell'uomo, per poi lasciarlo con un palmo di naso. Mirrina svolge alla perfezione il suo compito: fa credere al marito di essere pronta all'atto sessuale, ma poi, dopo varie dilazioni, scappa lasciandolo insoddisfatto.
Nel frattempo, l'astinenza si fa sentire anche nelle altre città greche: arriva un araldo da Sparta per trattare la pace, col fallo palesemente eretto, e incontra Cinesia, le cui voglie sono altrettanto evidenti. I due si mettono d'accordo: Sparta manderà ambasciatori pronti a firmare la pace, mentre Cinesia informerà le istituzioni ateniesi. Questo smorza decisamente le tensioni: i vecchi e le vecchie del coro, dopo qualche resistenza, riescono a riconciliarsi, e lo stesso fanno gli ambasciatori spartani e ateniesi davanti a Lisistrata. Quest'ultima si lancia allora in un discorso pacifista che ricorda le radici comuni di tutti i popoli greci, ma tale discorso degenera presto in un profluvio di allusioni e doppi sensi sessuali da parte degli uomini, felici per la raggiunta riconciliazione.
In un tripudio di danze e banchetti si celebra il ritorno delle donne dai loro mariti.
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